Il nostro territorio

Situato nella punta settentrionale della Toscana, il territorio dell’attuale Provincia di Massa-Carrara è da sempre un importante crocevia commerciale, stradale e marittimo fra il nord e il sud della penisola italica, oggetto di ambita conquista da parte dei Romani prima, delle maggiori signorie italiane poi.
A tutt’oggi è, immeritatamente, uno degli angoli meno conosciuti e turisticamente meno apprezzati della Toscana: una gemma grezza incastonata tra la Liguria, con la quale confina a ovest, l’Emilia Romagna,  a nord, e la Provincia di Lucca, a est.
 In realtà, è qualcosa di più di un semplice “angolo”. Convenzionalmente, il territorio provinciale di Massa – Carrara viene suddiviso in due macro-aree, ben indentificate dal punto di vista geografico: la fascia costiera, costituita dalla Riviera Apuana, compresa tra le Alpi Apuane e il Mar Ligure, e la zona continentale, a prevalenza montuosa e collinare, costituita dalla Lunigiana (che oggi, sempre per convenzione, comprende la vallata dei fiumi Magra, Aulella e loro affluenti).

Letto nella sua interezza amministrativa, il territorio racchiude una storia e un fascino non comuni, svelati da una pluralità di paesaggi che in esso si intersecano a raccontare una trama di suggestiva e variopinta armonia: dal litorale sabbioso che collega i centri balneari di Marina di Massa e Marina di Carrara ‒ venti chilometri di spiagge lambite dalle acque azzurre del Mar Ligure ‒ all’imponente cornice montuosa delle Apuane, custodi del pregiato marmo bianco che tutto il mondo ci invidia e di un incredibile patrimonio, oltre che di nozioni legate alla geologia, all’orografia e alle tecniche estrattive,  di costumi e tradizioni tipiche delle comunità di cavatori che a questa pietra hanno consacrato le loro vite.  E poi ancora, dalle verdi e generose colline terrazzate a vite e olivo del Candia e del montignosino, mete ideali per appagare anche l’enoturista più esigente alla ricerca di produzioni di nicchia, fino alle atmosfere antiche delle valli di Lunigiana, battute per secoli da pellegrini, mercanti ed eserciti e puntellate di castelli e borghi millenari, dove ancora oggi si respirano i profumi genuini di una cucina “povera”, ma infinitamente ricca di gusto.

Tutti questi paesaggi propongono fedelmente le tracce della propria storia, le diverse fasi di modificazione del territorio e degli insediamenti umani, conservando la ricchezza rara di poter mostrare passato e presente nell’infinita modulazione dei toni e delle fasi di passaggio da un’epoca all’altra.

Non è un caso che, nel passato, illustri viaggiatori siano stati talmente colpiti da questi luoghi  da volervi spendere parole d’elogio; da Francesco Petrarca, che nel suo Itinerarium Syriacum così ricorda la città di  Massa: “Fluvius deinde re et nomine frigidus, acquis arenisque perlucidus, secus Massam amoenissima terram descendit in pelagus”, all’umanista Leandro Alberti, che due secoli più tardi dipinge la città come un meraviglioso giardino naturale: “….pieno di chiari et freschi rivi, di amenissime colline, di folti boschi di cedri, d’aranci e d’olivi…”. Una descrizione che, tre secoli più tardi, torna anche nelle pagine di Giovanni Pascoli, che a Massa ha vissuto e insegnato presso il liceo classico cittadino intitolato a Pellegrino Rossi, economista e ministro pontificio di natali carraresi.
L’incanto di questi luoghi non sfuggì neppure a Dante Alighieri, che con la Lunigiana in particolare, in virtù dei suoi legami con i marchesi Malaspina, signori del territorio, ebbe un rapporto privilegiato. Nella Commedia, così celebra l’indovino Aronte e le cave di marmo, sua dimora: “Aronta è quei ch’al ventre li s’atterga,/ che n’è monti di Luni dove ronca/ lo Carrarese che di sotto alberga,/ ebbe tra i bianchi marmi la spelonca/per sua dimora onde a guardar le stelle/ e l’mar non li era la veduta tronca” (Inferno, XX, 46-51).

Da queste premesse, in linea con la ferma convinzione ‒ qual è quella che nutro ‒ di vivere in un territorio di caratura storica e culturale e grande ricchezza paesaggistica e ambientale, ecco la proposta di una serie di itinerari a elevata potenzialità turistica e ricreativa, contraddistinti da produzioni agricole ed enogastronomiche  tipiche e tradizionali di qualità, inserite nella cornice offerta dal panorama delle attrattive della Provincia di Massa-Carrara.



Carrara, la città del marmo, si discosta geograficamente dall'entroterra della Provincia. Collocata lungo l'asse litoraneo che collega la Toscana alla Liguria, lega indissolubilmente la sua storia a quella della preziosa pietra di cui è, fin dal Rinascimento, il primo centro mondiale di diffusione. Cuore del centro abitato è la quadrangolare Piazza Alberica, al cui centro si trova il monumento a Maria Beatrice d'Este realizzato da Pietro Fontana nel 1824. Numerosi i palazzi di interesse storico come palazzo del Medico, palazzo Orsolini, delle Logge, il Conti Luciani, il Fabbricotti, quello delle Cariatidi, con la facciata interamente rivestita in marmo e adornata di statue settecentesche. Da visitare il Duomo di sant'Andrea, prezioso edificio in stile romanico-gotico edificato fra il XI ed il XIV secolo. Di faccia si trova l'incompiuta Fontana del Gigante e la casa in cui soggiornava michelangelo quando veniva a scegliere i marmi per le sue opere. Non lontano il Teatro degli Animosi edificato nel 1840. Dal 1815 ospite del castello del Principe è la famosa Accademia delle Belle Arti fondata nel 1769 dove si trovano esposte opere d'arte cotemporanea, calchi in gesso e numerosi cippi romani. Usciti dal centro, lungo il viale XX Settembre da non perdere il Museo Civico del Marmo, in cui si conservano reperti provenienti dalle cave, macchine e strumenti pe la lavorazione del minerale. Proseguendo su questa direttrice principale si arriva fino al mare. Marina di Carrara con il suo porto moderno, deve la sua fama al traffico marittimo del marmo per il quale venne costruita tra il 1871 ed il 1891 la “ferrovia marmifera” con 15 gallerie in 4 km di percorso, smantellata negli anni '60 del '900.     
Salendo verso le Alpi Apuane, fra i luoghi da non perdere, i tre bacini delle cave di marmo di Torano, Fantiscritti e Colonnata. Ripercorrendo l'antico tracciato della “ferrovia marmifera” meritano una sosta lungo questo itinerario anche i piccoli paesi dei cavatori tutti di origine romana.
A Fantiscritti è inoltre visitabile la cava-museo dove sono visibili diverse tipologie di attrezzature per la lavorazione del marmo, dall'epoca romana fino ai giorni nostri.
Colonnata si caratterizza invece per le sue larderie in cui si produce dentro pesanti conche di marmo il prelibatissimo lardo.

La città di Massa, dominata dal castello dei Malaspina, sorge a ridosso della zona collinare-montana. Cuore della città è Piazza Aranci, con la doppia fila di alberi che la incorniciano. Da visitare, il Palazzo Ducale appartenuto alla famiglia Malaspina. Costruito fra il XVI e il XVII secolo è oggi sede della Povincia e della Prefettura. Poco oltre si apre piazza Mercurio con il suo caratteristico impianto quattrocentesco, cuore del mercato che si svolge qua dal 1547. Attorno alla piaza numerosi palazzi costruiti fra il XVI ed il XVII secolo e la piccola chiesa barocca di san Giovanni decollato.
Alla fine del  XIV secolo risale il Duomo dedicato ai santi Pietro e Francesco, che ha subito numerosi rimaneggiamenti fino all'ultimo, nel 1936, che vide la costruzione della facciata a due ordini di loggiati in marmo bianco di Carrara. All'interno si può ammirare una Madonna del Pinturicchio, un trittico attribuito a Filippo Lippi e sei candelabri seicenteschi, in bronzo, forse di mano di Pietro Tacca. A soli 5 km, lungo la fascia litoranea, Marina di Massa, con le sue strutture ricettive, rinomata per la sua vocazione balneare.
A circa 300 m sopra il livello del mare, si trova San Carlo Terme con le sue acque oligominerali dalle imporanti caratteristiche terapeutiche. In mezzo al paeaggio collinare, si apre l'orto botanico dedicato al medico botanico massese Pietro Pellegrini, che dal 1966 raccoglie molte varietà di piante endemiche delle Apuane.
Porta d'ingresso della Provincia, lungo l'asse litoraneo, Montignoso, nonostante le modeste dimensioni raccoglie in se la triplice varietà geografica che la contraddistingue: il mare, la campagna e la montagna. Di notevole interesse il medievale castello Aghinolfi, e la Villa Schiff-Giorgini, circondata da un giardino con alberi secolari, oggi sede dell'Amministrazione Comunale.
Il Lago di Porta, è sicuramente il luogo ideale per gli amanti della natura. Oasi controllata del WWF  e di Lega Ambiente è oggi centro dedicato al ripopolamento faunistico.

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Dopo la fascia litoranea, le colline con i loro castagneti. E poi ancora più su la Lunigiana, magnifica terra ricca di storia e tradizioni. Il suo nome deriva dalla luna. Gli itinerari medievali della Via Francigena la attraversano scendendo lungo il fiume Magra: oggi si incontrano ovunque i segni della antica ed intensa civiltà ancora conservati in questa affascinante vallata appenninica dalla natura rigogliosa. Molti i borghi e le cittadine che si incontrano.

Aulla, terra solcata dal fiume Magra, importante nodo viario fin dalla preistoria fra nord e sud. Anche se pesantemente bombardata nel corso della Seconda Guerra Mondiale qua e la mostra i segni del passato che fu, dai resti dell'abbazia di san Pancrasio dell'884 alla fortezza della Brunella edificata tra il XV ed il XVI secolo. Nei dintorni il suggestivo borgo in galleria detto il “Vecchietto”
e la grotte delle Donenaghe, con i loro giganteschi massi in bilico sullo sperone roccioso del Montegrosso.

Il piccolo borgo di Bagnone, sorge al centro di boschi di un verde lussureggiante, con le sue piccole case in pietra che si affacciano su stretti vicoli. Passeggiando qua e la si scorgono incantevoli piazzette e  i suggestivi portici del mercato del “borgo voltato” edificati nel quattrocento nei pressi dell'omonimo fiume Bagnone. A dominarlo la torre cilindrica del castello fatto costruire dalla famiglia Malaspina fra il XIV ed XV secolo.  A soli 5 km si trova il borgo di Treschietto, con i ruderi del suo castello a picco su di un burrone. Nei pressi anche il quattrocentesco maniero di Castiglione del Terziere riportato a nuova vita dopo anni di abbandono.    

Al confine fra la Lunigiana e la Garfagnana si erge il paese di Casola. In questa zona i primi insediamenti umani risalgono all'età del ferro e del bronzo ed è stato oggetto di conquista di numerose popolazioni per la sua posizione strategica privilegiata. Attorno al borgo i possono ancora scorgere i resti delle tre cinte murarie fatte costruire dai Lucchesi nel XIV secolo. Il locale museo ospita due statue-stele, reperti archeologici ritrovati in zona e una sezione dedicata all' Arte Sacra e al canto del Maggio. Tutt'attorno numerose pievi medievali costellano un paesaggio di boschi e castagneti.

In direzione del passo Lagastrello si incontra il più piccolo comune della Provincia, Comano, defintito per le il suo clima ideale in tutte le stagioni la “Perla della Lunigiana”. Castelli, pievi romaniche, borghi rurali, testimoniano il passato glorioso e le lotte per accaparrarsi questo importantissimo snodo commerciale a cavallo fra l'Emilia e la Toscana. Una fitta rete di sentieri e mulattiere attraversano questo territorio caratterizzato da una natura prorompente. Il borgo si trova all'interno del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco- Emiliano. Nelle vicinanze la restaurata pieve di Crespiano, testimonianza dello stile romanico-lombardo, edificata prima dell'anno 1000  e i ruderi del castello di Groppo San Pietro dell'884.

Il borgo di Filattiera, capitale della Lunigiana bizantina, con le sue strette stradine, la torre d'avvistamento, la chiesa castrense di san Giorgio conserva ancora oggi tutto il suo fascino medievale. Da non perderdere l'ospitale di san Giacomo, antico luogo di accoglienza per i pellegrini. Monumento più importante della zona la pieve di santo Stefano a Sorano lungo la Via Francigena. Splendido esempio di architettura romanica, dove si uniscono i tratti lombardi e toscani,  porta nella facciata i segni di chiese più antiche e di un culto di epoca paleocristiana. La pieve è stata recentemente ristrutturata. Poco lotano dal borgo di Filattiera numerose case-torre compongono l'abitato di Ponticello edificato in epoca bizantina.

Lungo la direttrice che collega Aulla al passo del Cerreto si trova Fivizzano, comune che per la sua vastità è detto delle “cento frazioni”. Quattro le valli interessate: Rosaro, Aulella, Bardine, Lucido. Il comune porta ancora oggi i segni della fedeltà alla Repubblica fiorentina nelle mura medicee con le due torri di avvistamento fatte costruire nel 1540 da Cosimo I. Eleganti edifici di epoca rinascimentale, la piazza e la fontana medicea eretta da Cosimo III  fanno di Fivizzano un “bel cantuccio di Firenze”. Sulla piazza centrale si affacciano la chiesa dei santi Jacopo ed Antonio e il Museo d'Arte Sacra. Poco distante il bellissimo palazzo Fantoni-Bononi edificato fra il 1664 e il 1677, con le sue sale affrescate e il Museo della Stampa Jacopo da Fivizzano. Fuori dal centro abitato si erge il castello della Verrucola fatto edificare nel 1300 al di sopra del borgo di Bosi. Non lontana la splendida pieve di san Vendaso di epoca romanica e l'Orto Botanico dei Frignoli, con i suoi 7 ettari dedicati agli ambienti montani della Lunigiana. Ai piedi del Pizzo dell'Uccello si trova Equi Terme con le sue acque solforose e i reperti archeologici delle antiche terme romane.
Su appuntamento è possibile anche visitare il mulino ristrutturato di Arlia.   

Lungo le rive del fiume Taverone, si trova l'abitato di Licciana Nardi. Sviluppatosi con funzione di sbarramento militare si caratterizza per il suo massiccio castello malaspiniano, fortificato tra il XV ed il XVI secolo. Sulla piazza municipale è visibile il monumento ossario dedicato a Anacarsi Nardi, protagonista dei moti risorgimentali, e la settecentesca chiesa di san Giacomo e san Cristoforo.
Poco fuori da paese, si trova il castello di Bastia con le sue torri cilindriche. Il castello edificato dai Malaspina nel XIII secolo fu espugnato da Giovanni delle Bande Nere nel 1524.
Prima di giungere a Licciana sulla statale della Cisa, dop aver attraversato il ponte sul fiume Taverone si incontra Terrarossa, il cui centro più antico, la bizantina “Rubra”, precede l'anno 1000. Il castello incompiuto risale al 1500. Caratteristica principale di Licciana la natura che la circonda,  costellata di numerosi sentieri che incrociano la Via Francigena.

Posto sulla riva destra del fiume Magra, il Comune di Mulazzo, rinomato per la sua tradizione libraria, si addentra verso la Liguria. Origine romana, e resti di epoca bizantina e longobarda contraddistinguono questo borgo che divenne il capoluogo di uno dei rami della famiglia Malaspina fino al XIX secolo, e dove oggi si trova il Centro Studi Malaspiniano. Visitabili le rovine del castello e della cosiddetta “Torre di Dante”, poichè sembra che vi abbia soggiornato nel 1306. Eleganti i palazzi che si affacciano per le sue stradine.
Nei dintorni meritano attenzione il borgo di Montereggio, il santuario della Madonna del Monte, il castello di Castevoli,  l'abitato di Lusuolo e il borgo e castello di Groppoli.

Podenzana, situato lungo la riva del Magra, si caratterizza per l'ambiente naturale che la circonda. Il castello Malaspina domina dall'alto l'intera vallata, costruito attorno al 1000 è oggi visitabile solo su autorizzazione dei proprietari. Nei pressi si trova il santuario della Madonna della Neve e Montedivalli, isola della Liguria in territorio lunigianese, nei cui pressi sono stati ritrovati resti archeologici di una necropoli dei Liguri- Apuani risalente al 500 a. C.

Il suggestivo borgo di Pontremoli, con i suoi eleganti palazzi barocchi testimonia la fortuna mercantile di questo luogo. Nel corso del '700 fu centro artistico di pregio, dal quale prese le mosse una propria scuola pittorica.  Meritano una sosta la chiesa di san Francesco, con il suo elegante portico settecentesco, dove si conserva ancora oggi un bassorilievo marmoreo di Agostino di Duccio, l'elegante Teatro della Rosa, di fronte alla torre medievale di Castelnuovo e alla chiesa barocca di Nostra Donna completamente affrescata.
Appena fuori dell'abitato si trova il complesso quattrocentesco del convento e della chiesa della Santissima Annunziata, costruito interamente in pietra, in cui si trovano molte opere fra le quali spicca  un tempietto barocco attribuito al Sansovino e alcune tele di Luca Cambiaso.
Al di sopra del borgo antico si trova il castello del Piagnaro, di epoca Longobarda, che subì assedi, distruzioni e ricostruzioni, e che fu profondamente modificato tra il XIV ed il XV secolo. Al suo interno si trova il Museo delle Statue Stele. L'antica tradizione libraria si rinnova qua ogni anno nel Premio Bancarella. Nei dintorni è d'obbligo una sosta a Cervara, caratteristico borgo di cui abbiamo notizie già in documenti del 1029, con i suoi “Facion”, antichi volti grotteschi scolpiti nella pietra arenaria su gli architravi delle abitazioni, per allontanare gli spiriti maligni. 
Il comune di Tresana sulla riva destra del Magra appare come spaccato in due, da una parte un paesaggio montuoso, con boschi e castagneti e dall'altro la zona collinare per coltivazioni e allevamento. L'imponente castello risale al XII secolo e porta ancora oggi le tracce della sommossa popolare del 1600  nei confronti di Francesco Malaspina. Poco lontano dall'abitato si trova il borgo di Barbarasco, in cui si può ammirare la chiesa barocca di san Quirico. Poco lontano l'abitato di Villa di Tresana, immerso nel verde, con il suo castello costruito su di una precedente fortificazione del 1300 a forma di parallelepipedo completato da torri angolari mentre al centro di un castagneto sorge la chiesa rinascimentale di santa Maria Assunta.
Da non perdere i “borghi in galleria”, costruiti su importanti direttrici commerciali. Si caratterizzano per le strade coperte da volte che congiungono ancora oggi le case fra di loro e che ne facevano luogo di riparo sicuro in caso di fortunali.

Alla confluenza fra il fiume Bagnone e il Magra si trova il comune di Villafranca lunigiana, dominato dal castello malaspiniano di Malnido edificato attorno al 1100.  Tracce di questo passato medievale sono ancora oggi ben visibili. Nelle vicinanze si trova la chiesa di san Givanni Battista    edificata sopra attorno ad una precedente struttura del '300. Annessa al convento di san Francesco si trova la chiesa  fatta edificare dal marchese Malaspina nel XVI secolo in cui si trivano importanti opere in terracotta della scuola dei Della Robbia; suggestivo anche il chiostro del convento.
All'interno di un mulino è ospitato il Museo Etnologico della Lunigiana che propone un viaggio storico nella cultura artigianale e contadina di questa terra. Nelle vicinanze si trova Filetto, borgo fra i più suggestivi ed originali di tutta la Lunigiana, castrum romano-bizantino, che durante la stagione estiva diventa palcoscenico di una particolarissima rievocazione storica che si svolge fra le sue strade e piazze. Fuori dal centro si trova Selva di Filetto, suggestivo bosco  dedicato in passato alle divinità pagane al cui centro sorge una piccola cappella. Non lontano, il borgo di Malgrate è dominato dal castello a pianta quadrangolare edificato dai Malaspina nel 1300 a difesa della valle.

Al confine fra l'Emilia e la Toscana, delimitato dall'Appennino si trova il comune di Zeri suddiviso in quattro vallate principali: Zeri, Adelano, Rossano, Codolo. Ognuna di esse ospita numerosi centro abitati, che a causa della difficile viabilità sono rimasti a lungo isolati mantenendone intatte le caratteristiche ambientali. I piccoli borghi che compongono questo comune sono veri e propri gioielli che ci giungono praticamente invariati dal tempo. Patigno, sede del comune, caratterizzato dalle tipiche abitazioni in pietra, con i tetti fatti di “piagne” ( lastre di pietra locale), ospita una Madonna lignea di Montenero del XVIII secolo. Nei dintorni si trovano numerosi oratori e sul colle della Gretta un santuario della Madonna di Lourdes edificato nel 1958. Ricchi di fascino i laghi degli Aracci, Lagarine e il Peloso con il suo manto erboso a copertura della superficie.
Oltre i 1100 metri d'altitudine si trova il villaggio d'alpeggio della Formentara, già in uso nel 1500 e ormai del tutto disabitato. Da intraprendere una passeggiata fra mulattiere e sentieri alla scoperte delle tante “Maestà” sparse fra quesi monti.

In estate il verde di questi luoghi si carica di colori e profumi: biancospino, alberi da frutto, frutti di bosco selvatici. 

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