sabato 23 novembre 2013

Verghetto, il bosco incantato





























VERGHETTO – IL BOSCO INCANTATO


Il bosco di castagni di Verghetto è un esempio, tra non molti rimasti, di come erano le colline vicino ai paesi di una volta. Il castagno dava “il pane dei poveri” alla gente che lavorava, nel nostro caso, intorno al marmo. Durante il percorso, una Guida Ambientale descriverà l'ambiente naturale, i suoi abitanti , uomini e animali domestici e selvatici, e la sua trasformazione durante il tempo.

ITINERARIO:
Incontro con la guida all'uscita di Carrara dell'autostrada, o, per chi abbina l'itinerario alla visita alle cave in mattinata, incontro alla vecchia stazione del treno (oggi larderia), all'inizio della strada che porta a Colonnata. Si prosegue, passando per il paese di Colonnata, verso "le case di Verghetto" percorrendo in salita una vecchia mulattiera situata nel cuore del meraviglioso bosco di castagni.
Dopo una corta pausa si scende per la stessa strada.
Percorso  di media difficoltà, dislivello di circa 300 metri, dedicato alla gente che ami camminare all'aria aperta.
 
DURATA:
mezza giornata
 

IMPORTANTE: I turisti devono avere un minimo di allenamento, scarponcini o calzature resistenti, la bottiglietta di acqua ed eventualmente qualche barretta energetica. Per chi ha piacere pranzare in questo bellissimo posto è indicato di portarsi pranzo a sacco, o acquistarlo nel paese di Colonnata.




DESCRIZIONE

Quando la nonna mi raccontava le favole, in quel paese freddo e lontano dove sono nata, credevo che il bosco delle fate esistesse solo nella fantasia degli uomini. Invece chiunque ad occhi chiusi venga condotto per mano nel bosco di Verghetto, potrà qui alzare lo sguardo su un mondo meraviglioso e da tanto non esplorato,che ricorderà  l' infanzia.
Castagni centenari, con tronchi che celano i segreti delle fate e dei gnomi, pronti a dare il loro legnoso caldo abbraccio ai passanti, infreddoliti dal vento dell' inverno e ugualmente,pronti a donare a loro fresca e benedetta ombra, d'estate, quando il caldo diventa insopportabile.
Il turista appassionato può trovare tutto ciò in questo incantevole,saggio raduno dei “vecchi”, perché si sa, i castagni possono arrivare a venerabili età.

Le chiome di questi alberi antichi oscurano il cielo e il buisness delle cave di marmo, non facendoci notare l'attività di coloro che, a pochi passi, asportano rumorosamente, con vari metodi, il corpo dei bianchi monti. Le loro foglie cadute stendono un tappetto di silenzio sul rumore dei nostri passi, come lo facevano una volta con la gente, che su questa mulattiera passava con il bestiame o con varie merci. I grandi rami quasi orizzontali, come braccia umane, invitano ad agganciare un altalena e a diventare bambini spensierati.


Tra fate, gnomi, sogni e ricordi, ci riporta alla realtà la paura per l' incolumità grazie agli spericolati mountain bikers che ogni tanto si vedono scendere verso Colonnata.

Arrivati in cima alla collina, questo posto incantato ci da ancora emozioni, aprendosi in una spettacolare vista sul luccichio del mare, ma ancora un'altro panorama mozzafiato si nasconde dietro l'angolo :
le Alpi Apuane mostrano la loro bellezza ai nostri occhi, in luoghi in cui, alcune antiche case di pastori ci ricordano ancora oggi la vocazione pastorizia della zona. In questo verde prato, siamo circondati dalle montagne, e girandoci verso Colonnata, i saggi castagni non possono più impedire la vista di quello che succede ai monti che si vedono dalla parte opposta.
Da questa parte quindi, il paesaggio si presenta diverso. Siamo lontani dai monti così cari agli antichi liguri apuani, così belli e ancora così degni nella loro sofferenza di oggi. Monti da secoli intaccati nella loro purezza, mostrano le loro cime abbassate e le profonde ferite. Una punta bianca e strana, di cui nessuno ricorda l'originale nome (se mai abbia avuto uno) , ha la forma di un dente e ci ricorda con malinconia che dal marmo oggi viene anche il dentifricio.
Un nome rimasto nell'eternità,Michelangelo, e una sua opera, La Pietà, custodita nel cuore della chiesa più importante del mondo, ci riporta ai tempi quando il marmo significava più arte e meno denaro. Il nome di questa famosa statua, mi fa pensare alle grida dei nostri monti, giganti senza voce. La statua partorita dal bianco ventre delle Apuane e dalla genialità di un uomo, mi fa di riflettere che il marmo, è figlio di un altra madre sofferente, la Natura.
Volgendo lo sguardo altrove è giusto notare la bellezza di un monte straordinario della nostra zona,che nel lontanissimo passato i liguri apuani venerarono al punto di chiamarlo "Sagro". 


Il viaggio che propongo, in mezzo alle sue meraviglie, ha anche lo scopo di presentare la faccia posta in ombra delle Alpi Apuane, e di aprire, ai turisti consapevoli e sensibili ai problemi ambientali, un chiaro orizzonte di cosa succede oggi alla nostra amata, pura pietra.


ABBINAMENTI
 
Possibile abbinamento pomeridiano con la  Visita alle Cave , o al paese di Colonnata, degustazione del lardo, ecc...




























Possibilità di pranzare nei ristoranti della zona (al ritorno dal percorso).
Per chi vuole guardare  le cave  del monte Sagro, dall'alto,  e ha una buona resistenza a camminare, è possibile pranzare a sacco presso la zona abitata di Verghetto e continuare il sentiero. Il panorama spettacolare ripaga pienamente lo sforzo.



Lavinia Stanila  

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