Come i pellegrini una volta...
Passeggiata
dalla pieve di Sorano al borgo di Ponticello
Incontro con la guida all'uscita autostradale di Aulla, la guida sale sul pullman e si prosegue in direzione di Filattiera. Si scende alla pieve di Sorano, per visitare questo meraviglioso monumento dell'arte romanica. Dopo la visita alla pieve si sale sul pullman per percorrere un piccolo pezzo di strada fino all'imbocco della via Francigena, in direzione Ponticello. Si scende e si inizia a percorrere il sentiero che passa per il bosco di castagni.Visita guidata del borgo. Per il ritorno, i turisti salgono sul pullman che viene a prenderli a Ponticello.
INFORMAZIONI E STORIA:
E
facile trovare la pieve di Sorano percorrendo la statale 62. La piana
di Filattiera espone il suo gioiello più antico proprio nei pressi della
strada. Molte volte, sotto le strade nuove, dormono un eterno sonno le strade vecchie,che rimangono nascoste poichè l'impersonale asfalto cancella
la loro immagine e la terra copre diligentemente il ricordo dei
passi di pellegrini, soldati, imperatori, papi o vescovi.
Fu proprio grazie a un arcivescovo di Canterbury,che oggi abbiamo le più vecchie testimonianze scritte riguardanti l'esistenza della pieve di Sorano, prima dell' anno mille.
Entriamo ad ammirare la sua maestosa semplicità e a capire in che modo il tempo che scorre -molto più veloce della Magra, il fiume vicino- abbia lasciato il segno dentro e fuori la pieve.
Mentre l'adorazione della divina trinità si insediava nelle anime e nelle preghiere antiche, un'altra trinità -la pietra, il fiume, e l'uomo-donavano al mondo la pieve di Sorano.
Abbandoniamoci al piacere di camminare nell'erba, guardando, splendenti nel prato verde, le absidi composte dalle rotonde pietre di fiume, cosi stupendamente riunite, cosi armoniosamente parte della natura. Tale costruzione trasmette all'occhio e all'anima, senza parole, con semplicità, quello che ogni chiesa vorrebbe dire al mondo: in questo luogo troviamo Dio, l' uomo e e la natura che si confondono. Il silenzio distende l'anima del passante,aiutando una meditazione profonda, anche quando occasionalmente, vicino, passano il treno o le macchine, moderni e chiassosi distrubatori della quiete.
Il cimitero vicino, dona ancor più fascino a questo gioiello in pietra. Esso sembra dividere il mondo dei vivi da quello dei morti, il silenzio dal rumore, la meditazione dalla realtà. Tra i cipressi, nelle giornate serene, le Apuane, nella lontananza, mostrano affascinanti contorni mordenti.
Fu proprio grazie a un arcivescovo di Canterbury,che oggi abbiamo le più vecchie testimonianze scritte riguardanti l'esistenza della pieve di Sorano, prima dell' anno mille.
Entriamo ad ammirare la sua maestosa semplicità e a capire in che modo il tempo che scorre -molto più veloce della Magra, il fiume vicino- abbia lasciato il segno dentro e fuori la pieve.
Mentre l'adorazione della divina trinità si insediava nelle anime e nelle preghiere antiche, un'altra trinità -la pietra, il fiume, e l'uomo-donavano al mondo la pieve di Sorano.
Abbandoniamoci al piacere di camminare nell'erba, guardando, splendenti nel prato verde, le absidi composte dalle rotonde pietre di fiume, cosi stupendamente riunite, cosi armoniosamente parte della natura. Tale costruzione trasmette all'occhio e all'anima, senza parole, con semplicità, quello che ogni chiesa vorrebbe dire al mondo: in questo luogo troviamo Dio, l' uomo e e la natura che si confondono. Il silenzio distende l'anima del passante,aiutando una meditazione profonda, anche quando occasionalmente, vicino, passano il treno o le macchine, moderni e chiassosi distrubatori della quiete.
Il cimitero vicino, dona ancor più fascino a questo gioiello in pietra. Esso sembra dividere il mondo dei vivi da quello dei morti, il silenzio dal rumore, la meditazione dalla realtà. Tra i cipressi, nelle giornate serene, le Apuane, nella lontananza, mostrano affascinanti contorni mordenti.
I liguri apuani, i romani,e un altro popolo, ancor più antico, il misterioso popolo delle statue stele hanno arricchito la zona con segni del loro passaggio. Da cinquemila anni, questo incrocio di strade e di religioni, culla la presenza del uomo, e da qui inizia la nostra passeggiata per il bosco,proprio come i pellegrini di una volta...
Passiamo
sotto il ponte della ferrovia, lasciando dietro di noi questo ricordo
della modernità e ci addentriamo nel bosco sulla mulattiera della
Francigena.
In ogni stagione la bellezza di questo posto ci rivela qualcosa di nuovo.
Nelle giornate splendenti d'inverno, la montagna, mostra attraverso il filtro dei rami spogli, le cime innevate.
Il sentiero, molto facile e piacevole, è quasi piano, a parte una cortissima salita. Il bosco, prevalentemente giovani castagni, che spuntano da ceppi vecchissimi, conserva ogni tanto un esemplare più antico di albero, bello, degno,ancora in piedi.
Il richiamo di una ghiandaia graffia il silenzio assoluto, dicendoci che non siamo soli, ma, chissà quanti altri occhi nascosti ci osservano. Non è usuale, ma potrebbe capitare la fortuna di incontrare caprioli, cinghiali, o altri mammiferi. Questi momenti sono molto brevi, le creature scompaiono così come sono apparse, donando ancor più fascino e mistero all'effimero incontro.
In ogni stagione la bellezza di questo posto ci rivela qualcosa di nuovo.
Nelle giornate splendenti d'inverno, la montagna, mostra attraverso il filtro dei rami spogli, le cime innevate.
Il sentiero, molto facile e piacevole, è quasi piano, a parte una cortissima salita. Il bosco, prevalentemente giovani castagni, che spuntano da ceppi vecchissimi, conserva ogni tanto un esemplare più antico di albero, bello, degno,ancora in piedi.
Il richiamo di una ghiandaia graffia il silenzio assoluto, dicendoci che non siamo soli, ma, chissà quanti altri occhi nascosti ci osservano. Non è usuale, ma potrebbe capitare la fortuna di incontrare caprioli, cinghiali, o altri mammiferi. Questi momenti sono molto brevi, le creature scompaiono così come sono apparse, donando ancor più fascino e mistero all'effimero incontro.
Il
borgo di Ponticello è antichissim. Il silenzio e la solitudine di oggi sembrano ben lontani dai pericoli, che una volta hanno imposto agli abitanti di scegliere
un antico sistema di difesa, costruendo le case torri, visibili anche
oggi. Le strade sembrano deserte, ma da sotto le ampie e robuste
volte dei pianterreni, il silenzio di pietra viene interrotto da
miagolii dei gatti,i veri padroni di queste strade,che come animali selvatici si avvicinano e si allontanano
come a loro pare e piace. Guardo preoccupata queste fuggiasche
creature e vedo che sono belli e in carne ed ecco che scopro che nel
borgo esiste un loro benefattore "umano". Questo ci aiuta a tornare al
nostro tempo e superare questa immersione nel
passato;ancora una macchina rossa parcheggiata
mette colore nella monotonia dei sassi collegandoci alla modernità.
Si
potrebbe salire nel pullman all'uscita del borgo e terminare cosi il
nostro giro.
Altrimenti,
un altro meraviglioso borgo in pietra ci aspetta dopo pranzo. E
Caprio, a solo 1 km di distanza.
Lavinia
Stanila
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